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Alessandro Peroni Sito di studi illuministici, rivoluzionari e romantici |
Il saggio rappresenta una riflessione teorica sui rapporti esistenti fra la produzione musicale (e, più in generale, artistica) ed il Potere, il quale, attraverso la gestione dei canali mediatici, ne controlla la diffusione pubblica. L'"eredità" del pensiero adorniano rimane, a questo proposito, tuttora imprescindibile: la sua descrizione dei meccanismi propri dell'industria culturale può essere accolta ancora oggi come valida ed efficace. Al di là dell'iniziale condanna da parte di Adorno di tali meccanismi (specialmente in Dialettica dell'illuminismo), occorre tuttavia rilevare come, soprattutto nell'ultima fase del suo pensiero (ad es. in Introduzione alla sociologia della musica e in Dissonanze), essi gli apparissero come un valido veicolo per la libera diffusione di idee che avrebbero anche potuto incrinare il monopolio stesso dell'industria culturale. Proprio per questo, nella prassi artistica, è "ancora" possibile che la spontaneità recuperi un proprio (ridotto) spazio di espressione libera. Come scrisse François Trouffaut, l'artista deve trovare il mezzo per "imporre la propria follia", e questo mezzo non può oggi essere altro che l'attuale sistema dei mezzi di comunicazione di massa.
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