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Alessandro Peroni
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Socrate a Tortona
"Parlare tra i calici":
filosofia e comunicazione



Saggio pubblicato in
Socrate a Tortona: lezioni di filosofia 2004-2005,
a cura del Gruppo di ricerca filosofica Chora,
Acqui Terme, Editrice Impressioni Grafiche, 2006, pp. 69-90.




Questo saggio contiene una rielaborazione delle tematiche da me affrontate nel ciclo di lezioni intitolato Come parla la filosofia? Le forme della comuni-cazione filosofica, che ho tenuto presso il Teatro civico di Tortona (AL) nel mese di aprile 2005.

"Il fatto stesso che voi stiate leggendo questo saggio dimostra che la filosofia non è un sapere di tipo iniziatico, bensì pubblico e trasmissibile, e proprio su questo argomento intende soffermarsi la mia riflessione. La domanda che mi pongo e alla quale tento di fornire una risposta riguarda infatti la possibilità (e la necessità) di comunicare la filosofia, ovvero di comunicare filosoficamente. In primo luogo, è indubbio che, come ogni forma di sapere umano, la filosofia venga insegnata nelle scuole, nelle università, o in conferenze e seminari. Tuttavia, essa ha anche l’antica pretesa di non parlare esclusivamente attraverso la voce dei maestri (di non essere, cioè, solo una disciplina trasmissibile da una generazione all’altra attraverso il tradizionale rapporto insegnante-allievo), ma anche di occupare un proprio spazio nell’ambito della vita sociale e civile, presentandosi come una forma di sapere comunicabile anche al di fuori della comunità degli esperti" (p. 69).

"La filosofia, fedele alla lezione socratica, non dà dunque risposte, o, se le dà, esse sono consapevolmente provvisorie. Piuttosto, essa pone domande, crea dubbi, ci costringe a confrontarci costantemente con il nostro essere individuale e sociale. Ciò può apparire sconcertante o insoddisfacente per chiunque cerchi un sapere definito e definitivo: l’amore per la sapienza impone infatti una continua ardua ricerca, un incessante porsi domande e mettersi alla prova. In realtà, è sempre possibile pervenire a conclusioni, tuttavia il filosofo è consapevole che ogni verità faticosamente raggiunta sarà inevitabilmente messa in crisi e discussa dalle generazioni che verranno. La filosofia non ci rasserena, ci consente però di sfuggire all’illusione. Ci impone – come dice Socrate – di trovare un senso alla nostra vita mettendoci costantemente in gioco, burlandoci di noi stessi, degli altri, di ogni tradizione, di ogni credenza e, perché no, della filosofia stessa. Come dice Pascal (Pensieri, 4): 'Beffarsi della filosofia è fare veramente filosofia'" (p. 90).



Alcune indicazioni bibliografiche

G. CAMBIANO, Il filosofo, in I Greci: storia, cultura, arte, società, a cura di S. Settis, 4 voll., Einaudi, Torino, 1996-2002, vol. I, Noi e i Greci, pp. 815-47.

Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri ordinato da Diderot e D’Alembert, trad. it. e note P. Casini, Laterza, Bari, 1968, voce "Filosofo".

G. GIANNANTONI, Che cosa ha veramente detto Socrate?, Ubaldini, Roma, 1971.

E. HUSSERL, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale. Introduzione alla filosofia fenomenologica, a cura di W. Biemel, trad. it. E. Filippini, Il Saggiatore, Mi-lano, 1965, pp. 328-60.

M. MERLEAU-PONTY, Elogio della filosofia, trad. it. a cura di C. Sini, Editori riuniti, Roma, 1984.

M. MONTUORI, Socrate: fisiologia di un mito, Sansoni, Firenze, 1974.

PLUTARCO, Ei presbyteroi politeuteon [Se la politica si addica agli anziani], 26, 796c-e, in Œuvres morales, tome XI, première partie, texte établi et traduit par M. Cuvigny, Les Belles Lettres, Paris, 1984.




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